Venere e Adone

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Nesso e Deianira; Venere e Adone – Coppia di dipinti

Pasqualino Rossi (Venezia 1641 – Roma 1722)

Olio su tela cm. 84 x 100

Descrizione: Questi due inediti dipinti, da ascrivere con certezza al pennello di Pasqualino Rossi, sono non solo un ritrovamento eccezionale per il curriculum di questo petit-maître ma per la storia del collezionismo del Seicento: infatti provengono dalla prestigiosa collezione di Gaspar de Haro y Guzmàn VII Marchese del Carpio.

L’eccezionalità delle nostre due tele risiede nel fatto che sono le uniche, fino a questo momento, che conosciamo di soggetto profano e testimoniano una parte della sua attività che era nota solo tramite gli inventari d’epoca. In particolare mi riferisco a quello del già citato Marchese del Carpio: al numero 38 nella «Seconda Stanza seguente a mano dritta sopra la strada de Borgognoni di detto Appartemento Nobile di detto Palazzo Reale» è «un quadro che rappresenta un Centauro che porta su la schina una Donna, et Ercole che la frezza da lontano di mano di Pasqualino Rossi Venetiano di palmi 5 e 4 in circa con sua cornicia tutta indorata stimato in 30». Nello stesso ambiente, al n. 43 dello stesso foglio è: «Un quadro che rappresenta una Venere, che abbraccia Adone, di mano di Pasqualino Rossi Venetiano di palmi 5 e 4 in circa con sua cornicia tutta indorata stimato in 30». Se non bastasse la coincidenza di misure e soggetto le riflettografie effettuate sul retro delle tele hanno portato alla luce lo stemma del gentiluomo spagnolo: il monogramma intrecciato “DGH” sormontato da una corona e numerato. Fino a questo momento l’unico lavoro, tra i 41 che erano nella raccolta del Carpio di Pasqualino Rossi, giunto fino a noi era la Sacra Famiglia della Pinacoteca Na- zionale di Ferrara.

Alessandro Agresti