Trionfo di fiori tra piante di dalie all’aperto

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Trionfo di fiori tra piante di dalie all’aperto

Francesca Volò Smiller detta Vincenzina (Milano 1657 – 1700)

Olio su tela, cm. 66 x 91

Descrizione: Una esplosione di fiori scaturisce da un vaso appena visibile sotto a questa ricca composizione che si apre a mo’ di ombrello a colmare la scena. In primo piano ai lati, simmetricamente disposte, due piante di dalie, radicate al terreno, a sinistra con fiori ben aperti nei toni dell’arancio, a destra con piccoli frutti maturi. L’energico naturalismo dell’artista qui espresso nei colori aciduli e freddi di delicate foglie, accesi da tocchi di rosso profondo, illuminati dal sapiente uso del bianco, prende forma in questo maestoso bouquet. La luce frontale che investe l’opera abbinata alla sapiente maestria dell’artista ci permette di riconoscere le varietà di fiori della nostra composizione: roselline e narcisi nei toni ambrati, rose e tulipani screziati, rossi garofani spampanati, gelsomini, fiori d’arancio e grappoli di rose in un bianco smagliante. La disposizione dei fiori, è tutt’altro che casuale, in un equilibrato susseguirsi di pieni e di vuoti dati dai fiori, dalle foglie e dai boccioli che s’intrecciano e si mostrano nitidamente, sia essi vengano colpiti dalla luce sia rimangano in penombra. Il fondale della tela varia dai toni bruni centrali a quelli terrosi e caldi dei lati, dove si delineano leggeri declivi resi ancor più animati da ciuffi di vegetazione e fasci di luce. Nelle sue opere la pittrice mostra chiare analogie stilistiche con i fratelli, in particolare con quelle di Margherita, ma ebbe qualità proprie e autonome. La pittura di Francesca si caratterizza per un’altissima qualità esecutiva; come la sorella dispone all’aperto e con grande autonomia d’espressione fiori disposti in vaso dai colori smaglianti che campeggiano sul fondo scuro. I fiori di Francesca risaltano per la loro precisa definizione, per una materia morbida e pastosa e una inventiva che non troviamo nell’opera del fratello Giuseppe, che predilige una costruzione della scena più razionale e cadenzata, mentre la sorella Margherita si allontana dal naturalismo dettagliato per un fare più evocativo, con segni materici più leggeri e orientati al gusto rococò.

Estratto dalla scheda della Prof.ssa Anna Maria Cucci