Taccuino di disegni – Tommaso Minardi
Taccuino di disegni
Tommaso Minardi (Faenza 1787 – Roma 1871)
mm. 246 x 395 x 24; 59 fogli; 176 disegni; legatura coeva; coperta di carta decorata con motivi floreali blu e oro; al centro sulla coperta anteriore etichetta successiva rettangolare con cornici blu e oro e scritta a inchiostro nero “Minardi Tomaso 1787-1871”.
Descrizione:
Il taccuino si presenta come una raccolta di disegni di Tommaso Minardi in minima parte vergati sui fogli dell’album stesso e in gran parte incollati a posteriori. Le due vite dell’oggetto sono testimoniate anche dalla presenza di una doppia numerazione: una prima, caratterizzata da numeri apposti con inchiostro bruno in alto a destra sul recto di ogni foglio, e una seconda che numera a matita i singoli disegni.
I tredici fogli utilizzati come supporto per il disegno dimostrano che l’album fu certamente usato da Minardi come taccuino nella sua fase giovanile. Oltre alla compatibilità stilistica con i fogli noti dell’artista, i disegni rivelano infatti una coincidenza con gli spostamenti attestabili nella sua biografia.
Si trova innanzitutto una copia dalla Disputa sull’incoronazione della Vergine di Jacopo Bertucci, conservata nella pinacoteca della natia Faenza, cui seguono copie da opere bolognesi, talvolta accompagnate dalla scritta “TM Bologna 1808”, che compare su diversi disegni del maestro già noti, tra cui la Scuola di matematica oggi conservata alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. Nelle pagine lasciate vuote dall’artista è stata in un secondo momento operata una collazione di disegni a lui attribuibili in grandissima parte. Si tratta di un’operazione attenta e oltremodo coerente, poiché riunisce soprattutto studi realizzati nel medesimo contesto in cui era stato utilizzato il taccuino: alla c. 30 si trova ad esempio di nuovo l’indicazione “Bologna 16 aprile 1808”, mentre molte altre copie risultano probabilmente eseguite sulla base di incisioni molto diffuse in ambito bolognese (copie da Correggio, Raffaello e Giulio Romano). In generale la maggior parte degli schizzi è realizzata durante i soggiorni giovanili dell’artista nell’Italia centrosettentrionale tra il 1808 e il 1812. Importante perché documenta la selezione dei modelli in fase giovanile da parte di Minardi e la formazione di un gusto che privilegia la produzione artistica del Tre e Quattrocento che si consoliderà nella cultura del maestro fino all’adesione al purismo e che coinvolgerà molti protagonisti del panorama artistico e culturale ottocentesco in Italia.
Stefania Ventra