
Maria Vergine Immacolata
Aurelio Lomi Gentileschi (Pisa 1556 – 1622)
Olio e tempera grassa su pietra onice, cm 22,8×17,2
Raffinatissimo esempio di pittura devozionale privata, rarissimo – quindi maggiormente prezioso – per la scelta inconsueta del supporto di pietra onice verde, questo dipinto è un inedito capolavoro della produzione giovanile del maestro pisano Aurelio Lomi Gentileschi. Di una bellezza da lasciare senza fiato, rappresenta un’allegoria teologica fondamentale della Chiesa cattolica romana, quella della Vergine Maria Immacolata, come si andava delineando in età post Concilio di Trento.
Maria è rappresentata come un’adolescente, i capelli biondi color miele sciolti sulle spalle, mossi dal vento dello Spirito Santo ed appena fermati da un candido velo; occhi limpidi ed umidi, sguardo pensoso come di chi è consapevole di ricevere un dono tutto speciale; naso, bocca e guance pienamente armonizzati, braccia aperte nell’atto di accogliere la grazia nel momento stesso in cui viene creata.
Dalle fonti sappiamo che i Lomi Gentileschi, Aurelio, Orazio ma anche il fratello maggiore Baccio, si erano formati nella bottega del padre Giovan Battista di professione orafo, particolarmente versato nel montare pietre preziose. Inoltre, sappiamo che Orazio in gioventù dipinse più volte su alabastro come dimostra la splendida Annunciazione pubblicata di recente da Riccardo Lattuada sulla rivista “Valori Tattili”, oltre ad un David e Golia in collezione privata inglese. Anche Aurelio da giovane eseguì “opere in piccolo” e per opere su pietra come si ricava dalla lettura dei documenti dell’Opera del duomo Pisa, di cui il Lomi fu pittore ufficiale (dal 1588 al 1595 almeno).
Dunque, il recupero di questa Maria Vergine Immacolata dipinta su onice costituisce un eccezionale recupero non soltanto per la migliore conoscenza della produzione giovanile di Aurelio Lomi, ma anche per lo sviluppo complessivo di quella che sulla fine del Cinquecento, prima a Pisa poi a Roma, fu una vera e propria impresa a carattere familiare, quella dei Lomi Gentileschi.
Pierluigi Carofano