Maiolica in “bianco” barocco

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Maiolica in “bianco” barocco

Un fastoso calamaio per una nobile famiglia Toscana

Faenza o Firenze, fine ’500 – inizio ’600
h. cm 31, 5; base cm 22 x 22, 5

Descrizione: L’opera presenta un’ articolata struttura piramidale a base quadrata, poggiante su quattro piedini modellati a mo’ di unghie leonine. Il corpo si compone di tre ordini sovrapposti, che su un lato ospitano i cassetti per gli utensili da scrittura, culminanti con un vasetto portainchiostro di forma ovoidale e a bocca estroflessa, che fa da sostegno a quattro stemmi con cornice accartocciata, applicati in verticale per potere esibire ciascuno uno stemma. Esso è riconoscibile in quello dei Minerbetti, nobile famiglia toscana, originaria di Lucca, ma stabilitasi a Firenze fin dalla metà del XIII secolo, che già nel Rinascimento dimostrava di gradire gli arredi in maiolica, come attesta un piatto del Louvre, delle officine di Montelupo. I lati del calamaio sono modellati con baccellature, mentre gli angoli sono ornati con arpie plastiche. La decorazione riflette il gusto decantato dello stile “compendiario” dei “bianchi” italiani, con coroncine ad esili tralci vegetali dipinti impiegando una tavolozza molto tenue e a soli tre colori (azzurro, arancio e giallo). Quest’opera nel suo complesso è un fastoso campione di “bianco” barocco, solitamente attribuito a Faenza, uno dei maggiori centri promotori dei “bianchi” dalla metà del ‘500 fino alla fine del secolo successivo.

Estratto dalla scheda della Prof.ssa Carmen Ravanelli Guidotti