Crocifissione e Madonna di San Luca

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Crocifissione e Madonna di San Luca

Pittore emiliano (XVI-XVII secolo)

Olio su rame, su supporto ligneo

L’essenza di questo preziosissimo manufatto si annida nell’ebano su cui è stata fissata la superficie di rame con quattro chiodi: le immagini squisite, quasi sospese sul fondo metallico, in un’aura di metafisico distacco, ribadiscono per gentile contrasto la natura intima dell’oggetto da contemplare e ne enfatizzano il racconto e il mistero.

Nella sua contenuta fluorescenza, il Corpus Christi, più che sporgersi plastico dal legno fatale, appare sospeso, epifanico, inchiodato a una dimensione impalpabile, attraversato da una luminosità tenue e segreta; persino il sangue che sgorga dalle stigmate, tra le dita chiuse a pugno sul palmo, quasi a spremerne la linfa salvifica, sembra sprizzare più da un’apparizione estatica che non dal racconto del supplizio. Persino il mite ed eroico abbandono alla morte, nel volto, bellissimo, di Cristo, in una cornice intricata di spine e ciuffi ribelli, ha qualcosa di liturgico, anzi di mistico. L’impressione è quella di una visione eucaristica in cui la reale forma si sveli all’asceta dubbioso, dietro i segni sacramentali.

Il sangue che esce dai piedi feriti, quasi bagna l’ovale posto al termine inferiore del braccio verticale: qui si dischiude, in una dimensione spaziale e concettuale sua propria, l’immagine della Madonna di san Luca. Proprio l’iconografia della Madre col Bambino rimanda al contesto spirituale del Santuario bolognese sito sul Monte della Guardia. 

Estratto dalla scheda del Prof. Alessandro Giovanardi