Morte di San Francesco Saverio

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Morte di San Francesco Saverio

Lorenzo Pasinelli (Bologna 1629 – 1700)

Olio su tela, cm. 51 x 32

Descrizione: In prossimità di un casolare dal tetto spioven- te e aldiquà di un alto muro diroccato, assi- stiamo al trapasso di un santo, vestito di una lunga e aderente tunica, accollata a sacerdote, come quelle dell’ordine gesuita.

L’uomo calvo, smunto e con una contenuta barba, è adagiato in posizione diagonale sopra a quella che sembra una mangiatoia, con tanto di graticcio per sostenere il fieno. Intorno a lui quattro figure lo assistono e stanno per impartire gli ultimi sacramenti.

La pietosa scena è sapientemente toccata da un rapido pennello che ha chiazzato luci e ombre, spazi e figure, in un efficace ed essenziale chiaroscuro monocromo. In alto e in volo, tre presenze divine hanno appena valicato il muro della stalla. Una sinuosa Vergine appoggiata alle nuvole, un Cristo risorto col braccio alzato e un angelo che gli regge il globo, simbolo inequivocabile del Salvator Mundi.

Lo splendido abbozzo, esempio di una qualità pittorica rara, si colloca entro le migliori pratiche processuali ed espressive della Bologna di fine Seicento.L’uso di approntare a monocromo un’invenzione compositiva, partendo da una base di ‘mezzatinta’ e sintetizzando luci e ombre in una rapida e singola scala tonale, si diffonde a partire dagli esempi di Simone Cantarini, il più talentuoso e irrequieto allievo di Guido Reni. Ma saranno soprattutto suoi scolari e seguaci, in particolare Lorenzo Pasinelli e gli allievi di questo, Giangioseffo Dal Sole e Donato Creti, a trasformare questa pratica in una formula fortunata e sistematica.Pur non essendo ascrivibile alla mano del Pesarese, l’attribuzione che qui avanzo in favore di Lorenzo Pasinelli, va intesa come compiuta in stretto ricordo della lezione del maestro.

Massimo Pulini