Assunzione della Vergine

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Assunzione della Vergine

Ludovico Mazzanti (Roma 1686 – Orvieto 1775)

Olio su tela, cm. 139,5 x 83,5

Descrizione: Questo splendido dipinto dalla smagliante cromia e dall’eccellente stato di conservazione è il modello per la poco conosciuta – e a quanto mi consta, inedita – pala di Ludovico Mazzanti ancora oggi nell’abside del duomo di Sutri, vicino a Viterbo. Come possiamo già notare in questa primizia del Mazzanti, e` si` un poggiarsi agli stilemi del Gaulli, ma anche una revisione del suo linguaggio in chiave di maggior nitore disegnativo e piu` scoperta piacevolezza espositiva, in uno stemperare il pathos, la teatralità delle creazioni barocche secondo le nuove tendenze della pittura romana coeva.

Nella tela sub judice ritroviamo una composizione impostata per diagonali parallele che ordinano la scena: il sarcofago scoperchiato sul primo piano, in tralice, oltre a creare una convincente profondità spaziale introduce alla scena in alto dove il progressivo rischiararsi del fondo enfatizza la rotonda plasticità dei corpi come dei panni che si svolgono per pieghe ricche e frastagliate. Riscontriamo la ricerca di una dolce euritmia nel movimento ondeggiante dei putti scorciati sapientemente come nella precisione della linea di contorno che conclude il colore prezioso come pietra dura: a questo nitore espositivo concorre la stesura accorta dell’olio per superfici allisciate e compatte a rendere eletta la materia. Quindi assistiamo si` ad una scena miracolosa alquanto spettacolare e patetica, ma non possiamo non notare come rispetto ai precedenti del Barocco – ai quali Mazzanti chiaramente si ispira – vi sia la ricerca di una grazia, di una leggiadria che stemperano la grandeur e la scoperta teatralità dei prototipi, declinandoli in chiave squisitamente settecentesca.

Alessandro Agresti